Pubblicato il Marzo 11, 2016

Venerdì 18 marzo 2016, alle ore 18.00, pazienti e parenti dell’Ospedale Miulli potranno seguire la performance di Franco Liuzzi sulla storia della televisione italiana. “Caroselloterapia” è un racconto piacevole e articolato voluto dallo stesso Ospedale, dall’Amministrazione Comunale di Acquaviva, dalla Università degli Studi di Bari e da Moscabianca, impresa di comunicazione.

CAROSELLO. Quando la televisione sapeva inventare.
È un appuntamento per tutti coloro che conoscono o che desiderano conoscere Carosello, ma anche un modo per seguire, attraverso gli spot, il cambiamento di un Paese e della televisione italiana. La conferenza spettacolo racconta letteralmente la storia dell’avvento del primo programma dedicato alla pubblicità ricorrendo a inserti filmati, immagini e al commento dallo speaker capace di inquadrare un’epoca segnata da eventi anche tragici. La sospensione della messa in onda di Carosello segna appunto accadimenti rimasti nella storia.

Il racconto di Carosello registra la costruzione di un modello in cui lo spot era la fusione di una prima parte (il “miele”), affidata alla creatività dei carosellari, capace di interessare il pubblico; e una seconda parte (il “codino”) in cui erano contenuti i riferimenti alla marca e al prodotto. Un lavoro difficile, reso complesso dall’eccesso di vincoli, dalla censura e anche dall’assenza di precise competenze con soluzioni dunque a volte geniali ed altre meno significative. Il risultato è l’affresco di un’Italia diversa, pronta a far leva sui suoi migliori riferimenti per dare vita a un grande fermento industriale e culturale. In Carosello appaiono evidenti i fili che collegano la Pubblicità al Teatro, alla Musica, al Cinema, alla stessa Televisione. In questo laboratorio confluiscono oltretutto talenti consolidati e giovani promesse ma anche applicazioni innovative assolutamente moderne. E mentre tutto questo accade, ecco entrare nel mercato – e dunque in Carosello – i primi prodotti di plastica (1966), i servizi assicurativi e i blu jeans (1976).

I 42.000 caroselli, prodotti tra il 1957 e il 1977, costituiscono uno strepitoso archivio in cui è possibile reperire le prove tecniche di artisti dotati di talento e la riluttanza di alcuni eccellenti interpreti (non sempre la partecipazione a Carosello era considerata qualificante). Alcuni, come Mastroianni e la Magnani, ne rimarranno a debita distanza. Persino Orson Welles firmerà la regia di un carosello. Un aspetto interessante è anche la nascita di personaggi storici a cui ottimi attori rimarranno profondamente legati: in alcuni casi senza più riuscire a liberarsi del personaggio (Cesare Polacco e l‘ispettore Rock per brillantina Linetti); in altri con un passaggio ad altro prodotto che non mancherà di sollevare polemiche (Ernesto Calindri per China Martini e poi per Cynar). Sul palcoscenico televisivo di Carosello è possibile seguire la trama di un progetto che, prima dell’arrivo del marketing, attinge al patrimonio culturale del Paese e ne adotta le regole. Una fra tutte: per interpretare uno spot occorre avere un preciso talento.

Franco Liuzzi è docente universitario a contratto del Laboratorio di Tecniche Pubblicitarie e Marketing al Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, Università di Bari, Direttore dell’agenzia di comunicazione Moscabianca e Membro del Comitato Direttivo di Dialogoi Distretto della Comunicazione della Puglia.